lunedì 11 ottobre 2010

LA BIOGRAFIA DI OMERO

File:Homeros Caetani Louvre Ma440 n2.jpg 
La biografia tradizionale di Omero, tratta dalle fonti antiche, è fantasiosa. I tentativi di costruire una biografia di quello che si è sempre ritenuto il primo poeta greco sono confluiti in un corpus di sette biografie comunemente indicate come Vite di Omero. La più estesa e dettagliata è quella attribuita, con tutta probabilità erroneamente, ad Erodoto, e perciò definita Vita Herodotea. Un’altra biografia molto popolare tra gli antichi autori è quella attribuita, ma erroneamente, a Plutarco. Ad esse si può aggiungere come ottava testimonianza di simili interessi biografici l'anonimo Agone di Omero e Esiodo. Alcune delle genealogie mitiche di Omero tramandate da queste biografie sostenevano che fosse figlio della ninfa Creteide, altre lo volevano discendente di Orfeo, il mitico poeta della Tracia che rendeva mansuete le belve con il suo canto.
Una parte notevolmente importante nella tradizione biografica di Omero verteva intorno alla questione della sua patria. Nell'antichità ben sette città si contendevano il diritto di aver dato i natali a Omero: prime tra tutte Chio, Smirne e Colofone, poi Atene, Argo, Rodi e Salamina. La maggioranza di queste città si trova nell'Asia minore, e precisamente nella Ionia. In effetti, la lingua di base dell’Iliade è il dialetto ionico: questo dato attesta però soltanto che la formazione dell’epica è probabilmente da collocarsi non nella Grecia propriamente detta, ma nelle colonie ioniche della costa turca, e non ci dice nulla sulla reale esistenza di Omero, né tanto meno sulla sua provenienza.
L’Iliade contiene anche, oltre alla base ionica, molti eolismi (termini eolici). Pindaro suggerisce perciò che la patria di Omero potrebbe essere Smirne: una città sulla costa nord dell’attuale Turchia, abitata appunto sia da Ioni che da Eoli. Quest’ipotesi è stata però privata del suo fondamento quando gli studiosi si sono resi conto che molti di quelli che venivano considerati eolismi erano in realtà parole achee.
Secondo Simonide, invece, Omero era di Chio; di certo sappiamo solo che nella stessa Chio c’era un gruppo di rapsodi che si definivano “Omeridi”. Inoltre, in uno tra i tanti inni a divinità che vennero attribuiti ad Omero, l’Inno ad Apollo, l'autore definisce se stesso “uomo cieco che abita nella rocciosa Chio”. Accettando dunque come scritto da Omero l’Inno ad Apollo, si spiegherebbero sia la rivendicazione dei natali del cantore da parte di Chio, sia l'origine del nome (da ὁ μὴ ὁρῶν, ho mē horōn, il cieco). Erano queste, probabilmente, le basi della convinzione di Simonide. Tuttavia, entrambe le affermazioni, quella di Pindaro e quella di Simonide, mancano di prove concrete.
Secondo Erodoto[1] Omero sarebbe vissuto quattrocento anni prima della sua epoca, quindi verso la metà del IX secolo a.C.; in altre biografie Omero risulta invece nato in epoca posteriore, perlopiù verso l'VIII secolo a.C. La contraddittorietà di queste notizie non aveva incrinato nei Greci la convinzione che il poeta fosse veramente esistito, anzi aveva contribuito a farne una figura mitica, il poeta per eccellenza.
Anche sul significato del nome di Omero si sviluppò la discussione. Nelle Vite, si dice che il vero nome di Omero sarebbe stato Melesigene, cioè (secondo l’interpretazione contenuta nella Vita Herodotea) “nato presso il fiume Meleto”. Il nome Omero sarebbe quindi un soprannome: tradizionalmente lo si faceva derivare o da ὁ μὴ ὁρῶν (il cieco), oppure da ὅμηρος (homēros, che significherebbe ostaggio).
Inevitabilmente un’ulteriore discussione si accese sul rapporto cronologico esistente tra Omero e l’altro cardine della poesia greca, Esiodo. Come si può vedere dalle Vite, c'era sia chi pensava che Omero fosse vissuto in età anteriore ad Esiodo, sia chi riteneva che fosse invece più giovane, e anche chi li voleva contemporanei. Nel già citato Agone si racconta di una gara poetica tra Omero e Esiodo, indetta in occasione dei funerali di Anfidamante, re dell'isola di Eubea. Al termine della gara, Esiodo lesse un passo delle Opere e Giorni dedicato alla pace e all’agricoltura, Omero uno dell’Iliade consistente in una scena di guerra. Per questo il re Panede, fratello del morto Anfidamante, assegnò la vittoria ad Esiodo. Sicuramente, in ogni caso, questa leggenda è del tutto priva di fondamento.
Sostanzialmente, in conclusione, nessuno dei dati fornitici dalla tradizione biografica antica ci consente affermazioni anche solo possibili per stabilire la reale esistenza storica di Omero. Anche per queste ragioni, oltre che sulla base di considerazioni approfondite sulla probabile composizione orale dei poemi (cfr. più sotto), la critica ha ormai da tempo quasi generalmente concluso che non sia mai esistito un distinto autore di nome Omero a cui ricondurre nella loro integrità i due poemi maggiori della letteratura greca.

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